
31. H. P. LOVECRAFT: POCA STIMA IN SE STESSO
chivo e introverso, si definiva uno «scrittore da quattro soldi». Rifuggiva tutto ciò che lo circondava (la contemporaneità e il progresso), preferendo alla realtà mondi fantastici e perturbanti, inimmaginabili, popolati da personaggi giunti da galassie lontane. Inoltre, non dava vita alle sue opere per un mero ritorno economico, trovando che il compenso relativo segnasse la morte dell’arte. Anche se riscoperto in tempi recenti, l’autore era un genio fin dall’infanzia ed è incomprensibile, se non dal punto di vista della gracile costituzione fisica, la poca stima che nutriva in se stesso. A soli cinque anni inventò il personaggio di Abdul Alhazred, l’arabo pazzo che sarebbe poi diventato l’autore del ; a sette anni compose un poema in pentametri giambici; a sedici redasse un piccolo giornale ciclostilato sui fenomeni astronomici. Insomma, a volte chi più è dotato meno è disposto a mostrarsi. Per nostra fortuna, non si è mai risparmiato nella scrittura, rendendo così immortali le sue opere.