

L’uomo, cioè il nostro ”io conscio ”, non governa da solo nella sua casa, ovvero la “psiche”, poiché vi sono altri due coinquilini che giocano un ruolo importante nella sua esistenza.
Quante volte ci siamo ritrovati a scusarci per aver attribuito il nome sbagliato a una persona, nonostante la conoscessimo bene, o per aver pronunciato una parola che è l’esatto opposto di quella che avevamo in mente? A chi di noi non è mai capitato di cercare disperatamente un oggetto importante non ricordando il luogo in cui lo avevamo riposto?
L’INCONSCIO MUST GO ON
«L’uomo non è padrone in casa propria». Chi lo ha detto? E a cosa si riferiva? Questa affermazione appartiene al padre della psicoanalisi, Sigmund Freud (1856-1939).
L’uomo, cioè il nostro io conscio, non governa da solo nella sua casa, ovvero la “psiche”, poiché vi sono altri due coinquilini che giocano un ruolo importante nella sua esistenza. Uno dei due appare ogni tanto, invitandoci a “spolverare” le mensole della nostra libreria di ricordi, emozioni e desideri, per poi scomparire nuovamente: è il coinquilino “del ripostiglio” che tira fuori all’occorrenza ciò che ci serve e che sappiamo di avere, magari nascosto lì dentro ma pur sempre a portata di mano. Freud, nella sua prima topica (1900), in cui teorizza le funzioni dei sistemi della psiche, lo definisce come preconscio.
L’altro coinquilino, invece, anche se vive con noi, non lo abbiamo.