
'«So chi è lo Squartatore di Lisbona. È un operaio edile civile. Ha 46 anni e ora vive a Matosinhos, ma prima abitava a Lisbona. È mio padre»'
«Come si chiama?».
«Guedes, Joel Pedro Guedes».
Questo il nome piuttosto comune di un giovane che, come molti altri, si era presentato alle selezioni della seconda stagione di uno dei reality di maggior successo della tivù portoghese. Era piuttosto alto, esile e bruno, l’aspetto gradevole e raffinato. Qualche esaminatore, come capitava spesso dato che La casa dei segreti aveva quale propria specifica caratteristica quella di portare sullo schermo concorrenti provvisti di un mistero privato, cominciò a chiedersi scherzosamente fra sé e sé qual era il suo: d’altra parte il primo compito dei partecipanti era proprio questo, saper nascondere il proprio segreto, e quindi – come minimo – non si doveva leggerglielo stampato in fronte appena li si vedeva. Fino a che punto il ragazzo sapeva mentire, insomma? Si era verso la fine di novembre 2011 e i selezionatori, durante i provini, a volte fatalmente si annoiavano. Da qui giochini del genere prima di porre la fatidica domanda che in qualche modo escludeva fin dall’inizio potenziali concorrenti o incuriosiva sceneggiatori addestrati a imbastire dei canovacci in grado di attrarre l’interesse più o meno morboso del pubblico. Fondamentalmente, La casa dei segreti era una sorta di Grande Fratello in cui dei giovani vivevano insieme per un periodo di circa 90 giorni rinchiusi in una dimora piena di telecamere grazie alle quali lo spettatore li poteva seguire a qualunque ora volesse. Tutto era allo scoperto, tranne i misteri da svelare. Ogni componente del gruppo aveva un segreto che poteva essere condiviso con un altro. Naturalmente, l’obiettivo principale era scoprire il maggior numero di fatti intimi degli altri e non svelare loro i propri.
«E il tuo segreto quale sarebbe?».
Senza emozione, il ventunenne Joel rispose: «So chi è lo Squartatore di Lisbona. È un operaio edile civile. Ha 46 anni e ora vive a Matosinhos, ma prima abitava a Lisbona. È mio padre».