Un tentativo disperato


I suono del telefono fa sussultare Alicia e Tomas, che si scambiano un’occhiata di profonda preoccupazione. Si sono attardati fino a sera in ufficio, aspettando notizie da Puente Viejo. Hipolito li aveva avvisati che i fratelli Ramirez avevano accettato un incontro di negoziazione e avevano chiesto un appuntamento dietro al lavatoio con i militari. Non hanno saputo nulla di più e, al momento, sperano che la loro strategia di chiedere aiuto al primogenito dei Mirañar abbia sortito un qualche effetto e che riceveranno buone notizie.
«Sono sicuramente loro» dice Alicia, guardando l’apparecchio con l’apprensione di chi non sa quale notizie arriveranno non appena alzerà la cornetta.
«Rispondi, sù» la esorta Tomas, «i nervi non mi reggono ».
Alicia si mette in comunicazione avvicinando l’auricolare a Tomas, che ascolta a sua volta la conversazione, ma non è Hipolito a parlare: è il comandante della guarnigione che assedia Puente Viejo.
«Signorina Urrutia, sono il comandante Bravo».
«Comandante» risponde lei, più che sorpresa; «Non pensavo avrei parlato con voi oggi».
«Nemmeno io pensavo vi avrei mai chiamata in questi termini. Abbiamo dimostrato di avere tutta la pazienza del mondo, proprio come ci avete chiesto, ma ora basta! Hanno sparato al mio aiutante di campo. Fortunamente sopravviverà, ma c’è mancato poco perché il proiettile gli attraversasse il cuore. Questa è una dichiarazione di guerra».
«Comandante, per favore, non fate nulla di cui potremmo pentirci».
«Questo andate a dirlo a quanti ci hanno teso una trappola! Sono loro a obbligarci ad agire: succeda quello che succeda, ricadrà sulla vostra coscienza!».
«Ma…».
«Non vi ho chiamato per discutere di strategia, ma solo per informarvi che risponderemo alla provocazione. I miei superiori mi hanno ordinato di evacuare il villaggio a ogni costo e ho tutte le intenzioni di
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