Cronache dalla Madre Selva

Martina Borghi
forest specialist
@mbfausta


Occupandomene per passione e per lavoro, ho avuto la straordinaria opportunità di trascorrere lunghi periodi di tempo in foreste meravigliose come quelle cambogiane, la Taiga siberiana, il Gran Chaco argentino. Quando ho saputo che sarei andata nell’Amazzonia brasiliana mi sono sentita come se stessi per incontrare una vip! Destinazione: il villaggio di Sawré Muybu, a sudovest dello stato del Pará. Per fare cosa? Supportare il popolo Munduruku nella demarcazione indipendente della porzione di territorio che da secoli protegge anche a costo di morire. Per loro, come per moltissimi altri popoli indigeni, la foresta è fonte di vita e cultura, culla di biodiversità (e magazzino di carbonio che la rende preziosa alleata contro la crisi climatica in corso). Ho navigato per giorni sul fiume Tapajós tra caimani neri, delfini rosa e tartarughe (l’animale più perseverante e quindi più sacro per i Munduruku) per posizionare ai confini della loro terra cinque cartelli, un facsimile di quelli che il governo
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