IL PORTONE DEL DIAVOLO UN’OPERA DEL MALIGNO A BERGAMO

In molti comuni italiani si trova almeno una costruzione che la tradizione popolare indica come creata dal demonio. Che sia un ponte, una strada, una galleria o una casa, nel Belpaese (e anche in molti altri Stati) brulicano opere che si pensa siano state prodotte dal maligno. E anche qui a Bergamo, noi bergamaschi, a cui piace non farci mancare nulla, abbiamo un monumento che si crede sia stato fabbricato da Lucifero.
n fondo a via Borgo Palazzo, la lunga arteria cittadina che collega il centro del capoluogo lombardo con il comune di Seriate, nel quartiere della Celadina, davanti al piazzale che ora ospita un supermercato e che, fina a qualche tempo fa, accoglieva il Luna Park che qui trovava casa due volte l’anno, si può ammirare un antico arco di pietra: il Portone del Diavolo). Ma qual è la storia che questo monumento, così innocente all’apparenza, nasconde? E perché porta questo nome così sinistro? Procediamo con ordine. Siamo nel Cinquecento – più precisamente nel 1550 – e se vi fosse capitato di passare di qui, avreste notato un paesaggio completamente diverso da quello che potete vedere oggi. Questa zona era al tempo un’immensa distesa campestre, un terreno per la maggior parte boschivo circondato dalla Roggia Morlana (che ai giorni nostri si può ancora ammirare in brevi tratti del suo corso) e dominato da tre solitarie costruzioni: una villa di campagna, chiamata Cerradina o Serrandina (da cui prende il nome il quartiere che oggi la ospita) e le due cascine Daste e Spalenga nelle quali vivevano i contadini che lavoravano per la nobile famiglia proprietaria di questa tenuta.
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