TRE UOMINI IN PALLINA


Nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovai con abbastanza soldi per comprare una barca. Ma quale barca?
La risposta a questa domanda la si scorge all’arrivo di un percorso durante il quale si chiedono consigli e si ricevono ammonimenti, si cercano risposte e si trovano dubbi. Come se non bastasse, quando pervenni alla mia scelta capii presto che possedere una barca e navigarci è una sensuale ansia; non tutti riescono a privarsene.
La barca che abbiamo acquistato è un Gavazzi Nostromo 21 Fisherman e si chiama “Pallina”. Varata per solcare il mare (“ad oltre 6 miglia dalla costa”), il mare non l’aveva mai visto: il suo primo acquirente la condusse nelle dolci acque dei laghi Maggiore e d’Orta e lì ci è rimasta per quasi un trentennio. Avevo un budget di 10.000 Euro; 9.000 andati per l’acquisto e il doppio di quanto potessi permettermi per sistemare tutto quello che per anni fu manutentato con lo spirito dello stretto indispensabile (mica si va oltre le 6 miglia al lago). A Pallina adesso toccava un lungo viaggio fino a Itaca, la nostra isola adottiva. Dal Cusio a Termoli sopra un carrello autostradale e poi navigando passando per le Tremiti, Palagruzza, Croazia, Montenegro, Albania, Corfù e Lefkada: 450 miglia di mare vero e salato. C’è un tizio abbastanza famoso che per tornare a Itaca ci ha impiegato dieci anni; noi confidiamo di riuscire ad essere più rapidi. Prima del viaggio ci sono alcune piccole questioni da risolvere: non abbiamo la patente nautica e le mie uniche esperienze di navigazione sono poche e con gommoni scalcinati. I miei compagni di viaggio sono navigati quanto me, quindi non resta che iscriversi a una scuola nautica, imparare il più possibile e oplà eccoci pronti e patentati. Durante il corso mi innamoro della vela e di tutto quell’assurdo gergo marinaresco che iniziamo a masticare. Poter dichiarare con cognizione di causa che “serve una mano di terzaroli” (ordine lanciato durante una molto ventosa veleggiata lacustre) è un po’ come essere ammessi all’Accademia della Crusca. Non avrò mica sbagliato barca? Dovevo prendere una barca a vela? No, non ho sbagliato: con la barca ci voglio fare le immersioni, mangiare seduti comodi nel pozzetto, dormire una o due notti al
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