Il padiglione dei SOLDATI FUCILATI

Nei film ambientati nei manicomi molte volte la sensazione che si cerca di trasmettere, attraverso un uso sapiente delle inquadrature, delle musiche e dei colori, è un misto tra angoscia, tristezza e paura. Questo è ciò che si provava, senza la necessità di aggiungere artifizi ed effetti speciali, camminando nei lunghi e stretti corridoi del padiglione denominato poi da noi «dei soldati fucilati» per la targa commemorativa affissa sulla parete esterna, che ricordava che in quella struttura era stato detenuto un gruppo di soldati e partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il padiglione in questione è uno dei ventisei edifici che fanno parte del complesso delle Ville Sbertoli, un ex manicomio in provincia di Pistoia. Si trova in cima alla collina, immerso nel verde, poco distante da quello che è considerato il cuore della struttura, la villa del dottor di dicembre 2020). Ci inoltriamo nel padiglione nel tardo pomeriggio di un giornata di primavera. Abbiamo percorso a piedi la lunga strada che dal cancello principale ci ha condotto fin lì, carichi degli zaini che contengono tutta l’attrezzatura necessaria per svolgere l’indagine. La macchina è posteggiata troppo distante, e non essendo sicuro percorrere quel tragitto più volte al buio, abbiamo deciso di aspettare le tenebre già sul posto.
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