JACK the writer

Questa volta l’aveva combinata troppo grossa: non c’era stata possibilità di opporsi a quel che l’aveva preso quando lei gli aveva risposto di no, sprangate su sprangate e poi il reggiseno intorno al collo – stretto, strettissimo… finché non l’aveva uccisa. E, quel che era peggio, non esisteva un metodo per evitare la lunghissima sentenza che per molti, interminabili anni avrebbe dovuto scontare. Pur entrato in galera da giovane, per un crimine del genere ne sarebbe uscito da vecchio. Eppure ci doveva essere un modo per scappare, pensava rigirandosi fra le mani Delitto e castigo… Se c’era, lui era abbastanza intelligente per trovarlo, e sarebbe stato qualcosa di mai visto prima. Altro che Papillon! Soprattutto, doveva essere qualcosa che non gli avrebbe fatto vivere l’odiosa esistenza del perenne fuggiasco. Lui era abbastanza intelligente per scovarlo, andava ripetendosi, lui era abbastanza intelligente da scovarlo.
Come accade a molti altri delinquenti, l’infanzia di Jakob, “Jack”, Unterweger fu difficile: austriaco di Judenburg, figlio di una ragazza madre e di un padre che non conobbe mai, probabil mente un soldato americano, venne allevato dall’avo materno. Secondo la ricostruzione dell’omicida seriale, il suo progenitore era un violento alcolizzato che spesso portava prostitute nella minuscola e squallida casa di una sola stanza nella quale i due vivevano. La
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