La lancia di LONGINO


Esistono oggetti la cui fama fende il tempo attraverso generazioni. Alcuni di questi diventano simboli di epoche, altri custodi di storie fantastiche. I più importanti si trasformano in veri tesori per l’umanità. I più ricercati si perdono nella mitologia, e proprio per questo divengono l’ossessione degli uomini più potenti del mondo. Altri si crede siano stati ritrovati, e quando ciò accade viene loro attribuito un potere tale da infondere forza a interi eserciti.
È il caso delle reliquie. Oggi parliamo di un oggetto secondo per, ma compare per la prima volta nel . È qui che scopriamo la figura di un soldato che trafigge il costato di Gesù. In realtà questa era una pratica comune in quel periodo. I centurioni chiamati a vegliare sui crocefissi praticavano il “crurifragium”, ovvero la rottura delle gambe per accelerare la morte dei condannati. Il centurione Quinto Cassio Longino avrebbe dovuto compiere questo gesto sul corpo di Gesù; ma in questo caso si rivela inutile, poiché al suo arrivo Gesù è già morto. Longino, per assicurarsi del decesso, prima di consegnare il corpo al discepolo Giu-seppe d’Arimatea trafigge con una lancia il costato di Gesù, provocando la fuoriuscita di sangue e acqua. Da quel momento la lancia, bagnata dal sangue di Cristo, assume un potere sempre più leggendario. Tutti gli strumenti del martirio di Gesù hanno un valore non soltanto simbolico. La corona di spine, i chiodi, la croce, sono da sempre oggetto del desiderio dei potenti del mondo. Ma la lancia ha qualcosa di particolare che la rende unica nel suo genere. I suoi poteri renderebbero invincibile chiunque la possieda.
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