TILLI ANTONELLI

Romagnolo di Ravenna, 64 anni, di cui almeno 45 dedicati al mare, dotato di una formidabile simpatia eppure sostanzialmente schivo e di poche parole, Tilli Antonelli è un visionario, come si usa dire oggi. Un uomo dall’apparenza estremamente pacata e tranquilla ma che, dotato di una mente vulcanica, è un inesauribile produttore di intuizioni, di idee, di invenzioni. Tanto è vero che, scavando nelle origini di tante fondamentali innovazioni, spesso si scopre che dietro, magari un po’ nell’ombra, c’è proprio lui con la sua genialità. Basti pensare a due pilastri come Pershing e Wider.
Lei nasce velista di alto livello. Com’è passato dai campi di regata al lavoro in cantiere?
Effettivamente, in gioventù ho avuto la fortuna di fare equipaggio con i più famosi e importanti velisti dell’epoca, dunque nella mia vita avrei potuto continuare a fare il marinaio, lo skipper. Avendo però compreso che non era la mia massima aspirazione, incominciai presto a guardarmi attorno con
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